il cosiddetto esperimento giudiziale effettuato dal Logli in compagnia Di R. M., suo collaboratore dell’autoscuola, subito dopo la divulgazione da parte di una trasmissione televisiva del 23 gennaio 2013 della notizia dell’esistenza di un testimone che avrebbe notato il Logli fuori casa la notte della scomparsa all’esterno della Citroen C3 mentre litigava con una donna su via Ulisse Dini.
La notizia divulgata dai mezzi cli informazione, fu che la lite avvenne in via Ulisse Dini. La conversazione intercettata, delle ore 18,14 del 25 gennaio 2013, iniziata tra i due prima di salire a bordo dell’autovettura Ford Escort e proseguita all’interno del veicolo si sviluppò nel breve tratto di strada che separa l’autoscuola che è sita in via Ulisse Dini, fino a via Gigli numero X dove si trova l’abitazione di R.. Nel corso del colloquio il Logli insisté nel chiedere al R. di guardare all’interno di un’auto in sosta che si trovava sulla via Gigli a luci spente.
Rileva giudice che è singolare e molto significativo che l’esperimento tentato dal Logli insieme con l’amico, anziché essere effettualo nella via Dini, luogo indicato dai mezzi di informazione come teatro della lite, era stato invece effettuato in via Gigli, e nelle medesime condizioni in cui l’imputato sarebbe stato visto dal G. e dalla G., non ancora note e diffuse. Anzi il Logli dopo aver chiesto all’amico se si vedeva qualcosa all’interno di una macchina che aveva le luci spente, alla risposta negativa, ebbe a commentare: “come possono dire una bugia del genere”. Nota il giudice che solo il G. aveva riferito agli investigatori di aver visto il Logli all’interno della sua auto a fari spenti e solo lui e la P. avevano collocalo la lite in via Gigli.
Il Logli quindi diede prova di conoscere, per averle evidentemente vissute, circostanze non ancora pubbliche e non trapelate dai media e delle quali erano a conoscenza solo i testi e gli investigatori.
Poche ore dopo l’imputato intrattenendosi sullo stesso argomento con la C. , mentre quest’ultima si riferiva alla deposizione di un solo testimone, come divulgato dalla trasmissione televisiva, replica parlando invece al plurale, evidentemente conscio della presenza di più testimoni.
Si tratterebbe di un indizio primario che per la sua gravità sarebbe idoneo ad assurgere da solo a vero mezzo di prova.
D’altra parte che il Logli sapesse di essere stato notato dal G. lo si desume dalla circostanza che si recò proprio il giorno dopo la scomparsa presso l’abitazione del G. e non presso altri, per annunciargli la sparizione della moglie e saggiarne le reazioni.
Viene rilevato un ulteriore atteggiamento : pochi giorni dopo la scomparsa della moglie il Logli rispondendo alle domande di una giornalista sull’allontanamento volontario della moglie alla presenza del padre, ipotizza quali vie avrebbe potuto seguire Roberta per allontanarsi, e afferma che la moglie avrebbe anche potuto scavalcare la recinzione testualmente dichiarando: “Ora, però, c’è da dire che a quell’ora …. Poteva già ….. mezzanotte, no … ” Dalla visione del filmato si percepisce che l’imputato ha immediatamente compreso cli aver fatto un passo falso indicando con precisione l’orario dell’allontanamento della moglie mentre invece aveva più volte sostenuto che a quell’ora egli dormiva e che si era accorto della sparizione solo il mattino successivo.
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