C’è stata una domanda che ha aleggiato fin da subito attorno alla morte di Luca Sacchi: è stato una vittima inconsapevole o un ‘caduto’ durante un’azione legata al mondo dello spaccio?
Gli ultimi sviluppi delle indagini che riguardano la sua morte non ci forniscono una risposta definitiva, ma certo portano alla luce molti particolari che rendono davvero difficile pensare che il ragazzo non fosse al corrente di quanto stesse accadendo quella sera.
Il primo elemento che sembra legarlo direttamente alla trattativa per l’acquisto di droga, è proprio il fatto che ormai non esisterebbero più dubbi in merito al fatto che quella sera la fidanzata di Luca, Anastasia avesse con sè 70 mila euro, con lo scopo di comprare 15 kg di marijuana. Erba che la giovane avrebbe dovuto ricevere da Valerio del Grosso proprio in quella circostanza, dopo che il ‘venditore’ aveva fatto accertare ai suoi emissari la presenza del denaro, la solvibilità degli acquirenti.
Su questo aspetto non sembra esistere piu’ alcun dubbio. A confermare la trattativa, la quantità di denaro in ballo e il quantitativo di droga che sarebbe dovuto essere consegnato, ci sono le intercettazioni telefoniche tra Del Grosso e Marcello De Propris, il fornitore della droga, esponente di uno dei clan di San Basilio. Un personaggio dal calibro criminale ancora tutto da capire, ma certamente di maggior spessore rispetto a Del Grosso che – diciamolo – è il personaggio di mezza tacca che ha provocato la tragedia. E infatti è De Propris ad essere da tempo sotto controllo e intercettato, evidententemente per le sue attività di spaccio. Tanto che la Procura ha le intercettazioni testuali delle chiamate di Del Grosso fin dai giorni precedenti al delitto. Tutte le comunicazioni telefoniche con De Propris. Quella in cui ‘ordina’ i 15 kg di marijuana, quelle in cui informa il fornitore del possibile guadagno, quelle in cui poi quella sera comunica al Propris la sua intenzione di rapinare gli acquirenti ingolosito dalla quantita’ di soldi, quelle in cui chiede di avere a disposizione un pistola in cambio di una parte del maltolto, e persino quelle che seguono il delitto quando ormai ha combinato tutto il disastro che è costato la vita a Luca Sacchi.
Non vi sarebbe dunque più alcun dubbio secondo la Procura: quella sera l’amico ritrovato di Luca, Giovanni Princi aveva organizzato l’acquisto della marijuana ed era davanti al pub con quel fine insieme ad Anastasia, certamente coinvolta in quanto ‘trasportatrice’ dei 70 mila euro, non è ancora chiaro se al suo primo incarico o già coinvolta in precedenza in altri affari dal Princi.
E Luca? Perchè era lì? Cosa sapeva?
E’ immaginabile che Anastasia si trovasse in quel luogo, coinvolta in un affare illecito di quella portata ( non certo per comprare qualche grammo da consumare, consumo che peraltro non avrebbe riguardato di certo il fidanzato ), in compagnia di Luca, pensando di poterlo tenere all’oscuro di tutto?
Occorre ricordare che la prima fase degli incontri di quella sera, dopo l’arrivo davanti al pub di Luca e Anastasia, si sarebbe svolta attorno alle 21.30 nella vicina via Latina, quando gli acquirenti avrebbero mostrato agli intermediari inviati da Del Grosso i soldi, contenuti nello zainetto della ragazza. Anastasia avrebbe potuto allontanarsi da Luca per andare a occuparsi di un ‘affare’ cosi’ delicato e comunque potenzialmente pericoloso senza tradire tensione e nervosismo? Senza preoccupare il suo fidanzato? Fornendogli poi quale spiegazione per quella passeggiata con l’amico Princi senza di lui?
Luca davvero non era presente in quella fase? Negli interrogatori sembra che nessuno faccia il suo nome, ma si parla comunque di tre ragazzi e una ragazza, coinvolti nell’acquisto. Chi sono gli altri, oltre il Princi e Anastasia?
E’ possibile, che Luca fosse invece lì con loro? O magari si tenesse a distanza per monitorare la situazione?
E’ più credibile che sia rimasto solo?
Torniamo alla sconda drammatica fase della serata, quella dell’agguato. Una volta raggiunto l’accordo, confermata la presenza del denaro, Del Grosso si allontana in teoria per prendere la droga da portare.
E anche qui occorre fare un inciso: 15 kg di Marijuana. Certo non un quantitativo da nascondere in uno zainetto. Dove dovevano essere caricati, visto che la consegna era prevista lì in zona? Sembra che vicino al Pub ci fosse l’auto di Anastasia, che poi sembra sia stata spostata in tutta fretta dal Princi, dopo la sparatoria. Era quello il mezzo di trasporto di cosi’ tanta droga? Il mezzo dove caricarla?
Come avrebbero potuto recuperare quel grosso quantitativo, caricarlo sull’auto di Anastasia o di qualcun altro senza che Luca si rendesse conto di nulla?
Torniamo quindi all’agguato.
Perchè Luca rimane fuori dal Pub insieme ad Anastasia? E, nel caso lui fosse estraneo ai fatti, perchè Anastasia rimane con lui in attesa degli spacciatori?
Si badi bene che il Princi si guarda bene dal rimanere in strada e partecipare direttamente alla fase più delicata, lo scambio droga/denaro. Lui resta nel Pub, non a caso insieme ai due intermediari di Del Grosso, tutti lontani da un possibile intervento della Polizia, seppur ignari della volontà di Del Grosso di rapinare gli acquirenti. E in quello stesso pub c’e’ anche il fratello più piccolo di Luca ( del tutto estraneo alla vicenda ) , Anastasia avrebbe potuto quindi allontanare il fidanzato invitandolo a raggiungere tanto il fratellino, quanto l’amico Princi.
Invece tiene Luca accanto a sè.
O forse invece Luca resta con lei per proteggerla, sapendo che nel suo zaino ci sono 70 mila euro.
Ad oggi non possiamo saperlo con certezza.
Arriviamo poi al momento vero e proprio dell’aggressione. Del Grosso e Pirino scendono dall’auto e assaltano immediatamente il loro obbiettivo con lo scopo di impossessarsi del denaro senza consegnare la droga. Secondo i testimoni sentiti dalla Procura i fatti si sarebbero svolti come raccontati da Anastasia ( non risulta ufficializzata cioè la testimonianza che vedrebbe Anastasia ‘lontana’ da Luca in quella fase ). I due avrebbero prima colpito Anastasia con una mazza e dopo la reazione di Luca in sua difesa, Del Grosso gli avrebbe sparato, prima di scappare col bottino.
Era un caso che Luca, l’atletico esperto di arti marziali fosse di fatto lì in quel momento?
Allo stato delle indagini, per quanto per ora a noi noto, non ci sono risposte certe a queste domande. Molto dipenderà da quello che Anastasia racconterà nei prossimi giorni: se finalmente ammetterà la trattativa per la droga ( ormai innegabile ) e se racconterà la verità sul suo coinvolgimento in quell’affare tramite il Princi ( lui si risultato in contatto con Del Grosso nei giorni precedenti).
Anastasia aveva solo il compito di portare i soldi, nella convinzione che una donna avrebbe attirato meno l’attenzione delle forze dell’ordine? Era la prima volta che svolgeva quel compito? Di chi erano i 70 mila euro? Di tutti loro che volevano avviare un’attività di spaccio? Oppure del Princi, l’unico con dei precedenti legati a quel tipo di attività? Oppure ancora di un gruppo rimasto nell’ombra fino da oggi, per il quale lavorava a sua volta il Princi?
E luca dove va collocato in tutta questa faccenda?
Una cosa però sembra emergere da questa brutta storia, quella sera in quella via stavano agendo molti dilettanti. E forse ò stato proprio questo dilettantismo criminale a provocare la tragedia.
Di certo criminali di basso calibro sono Del Grosso e Pirino, i due escutori materiali. Un picchiatore di basso profilo il secondo, uno spacciatore da strada il primo, uno che parla troppo al telefono e alla fine inguaia tutti, uno che si fa ingolosire da 70 mila euro di un cliente e pensa di rubarglieli anzichè assicurarsi un acquirente solvibile nel tempo, uno che al telefono è iper eccitato per quella cifra e pensa di poter fuggire in Brasile a far la bella vita con quei ‘pochi’ soldi. Uno che nemmeno ha una propria arma da fuoco, che deve chiederla in prestito. Uno che quando il guardaspalle armato di mazza viene atterrato da Luca perde il controllo e gli spara, quando avrebbe potuto ‘fermarlo’ e intimidirlo con la sua 38. Uno al quale il suo referente Propris, quando lui gli racconta quello che ha combinato, si rivolge definendolo ‘mongoloide’.
Mezze tacche sono gli intermediari di Del Grosso, che comunque svolgono un ruolo secondario.
Un poco più sgamato sembrerebbe il Princi, che organizza tutto e poi cerca di gestire il disastro, e sembra farlo con più lucidità di altri, ma in fondo è uno che per comprare della droga ha dovuto rivolgersi a Del Grosso, ovvero a uno da poco. Apparentemente quindi un acquirente senza contatti coi veri veri fornitori per determinati quantitativi.
Infine ci sono Anatsasia e Luca. Lei, come ho scritto, non è chiaro quanto ‘esperta’ di situazioni di questo genere. Da quanto tempo in combutta con il Princi ( secondo la Procura ) e con quale ruolo. Di certo una che si è fatta lasciare sola ( se non con Luca ) in mezzo a una strada a gestire la fase più rischiosa dell’affare, mentre il suo amico era al sicuro nel Pub.
E infine c’era Luca. Forse ignaro di tutto, e in questo caso in un certo senso un ingenuo all’ennesima potenza, sotto il cui naso avvenivano affari illeciti senza che lui si accorgesse di nulla. Un’ipotesi che per le ragioni esposte sopra sembra inverosimile, se non per un particolare: l’affare doveva svolgersi davanti a quel Pub dove c’era anche il fratello minore di Luca ( ripeto estraneo a tutto ) , possibile che il fratello maggiore abbia voluto ‘esporsi’ davanti agli occhi del minore, che in qualunque momento avrebbe potuto avvicinarsi a lui? Ecco, questo solleva qualche dubbio a favore della tesi dell’estraneità di Luca.
Ma se invece fosse stato consapevole dei fatti, si sarebbe rivelato una specie di body guard alle prime armi. Un ragazzo che ha reagito contro due assalitori forse meno prestanti fisicamente di lui, ma comunque piu’ avvezzi a quella violenza, commettendo un errore che gli è poi costato la vita.
Tutti ‘ragazzi’ coinvolti a vario titolo in un ‘gioco’ che evidentemente non erano in grado di gestire con intelligenza. Attratti dal guadagno facile.